Ultimo di tutti, servitore di tutti

 

Nell’esaminare il servizio di Gesù Cristo osserveremo tre punti fondamentali utili a camminare sulle orme di Gesù Cristo: credere, servire, dedicarsi.

Gesù insieme a Pietro, Giacomo e Giovanni, dopo la visione sul monte “della trasfigurazione”, scesero e incontrarono un uomo con un bisogno.

 

Matteo 17:14 Quando giunsero presso la folla, un uomo gli si accostò e, inginocchiandosi davanti a lui,

Matteo 17:15 disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio, perché è epilettico e soffre grandemente; egli cade spesso nel fuoco ed anche nell'acqua.

Matteo 17:16 Or io l'ho presentato ai tuoi discepoli, ma essi non l'hanno potuto guarire».

Nel capitolo 10 Gesù mandò i suoi apostoli a portare la Parola e guarire la gente, eppure quest’uomo disse che non avendo ricevuto guarigione cercava aiuto da Gesù.

 

Matteo 17:17 E Gesù, rispondendo, disse: «O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando vi sopporterò? Portatelo qui da me».

Gesù non attribuisce l’incredulità ai suoi discepoli, ma ai giudei, al popolo senza fede, senza convinzione nel credere. In Marco capitolo nove possiamo osservare quello che accadde fra questo verso 17 e il verso 18.

 

Marco 9:20 Ed essi glielo portarono. Ma appena lo vide, lo spirito lo scosse con violenza, e il fanciullo, caduto a terra, si rotolava schiumando.

Marco 9:21 E Gesù domandò al padre di lui: «Da quanto tempo gli accade questo?». Ed egli disse: «Dalla sua fanciullezza.

Marco 9:22 E spesso lo ha gettato nel fuoco e nell'acqua per distruggerlo ma, se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci».

Marco 9:23 E Gesù gli disse: «Se tu puoi credere, ogni cosa è possibile a chi crede».

Marco 9:24 Subito il padre del fanciullo, gridando con lacrime, disse: «Io credo Signore, sovvieni alla mia incredulità».

Alla base, al fondamento della guarigione, come di qualsiasi altra manifestazione del potere di Dio, c’è il credere. Senza fede, senza un credere convinto, Dio non può aiutarci.

 

Matteo 17:18 Gesù allora sgridò il demone, che uscì da lui; e da quell'istante il fanciullo fu guarito.

Gesù non aveva dubbi che Dio volesse dare il Suo aiuto, anche di fronte a poca convinta fede.

 

Matteo 17:19 Allora i discepoli, accostatisi a Gesù in disparte, dissero: «Perché non siamo stati capaci di scacciarlo?».

Matteo 17:20 E Gesù disse loro: «Per la vostra incredulità; perché io vi dico in verità che, se avete fede quanto un granel di senape, direte a questo monte: "Spostati da qui a là", ed esso si sposterà; e niente vi sarà impossibile.

Quanta fede basta? Basta credere tanto quanto il peso di un piccolo seme, il più piccolo al mondo. Gli apostoli non gli fecero  la domanda in pubblico. Gesù fu lieto di poterli aiutare in privato, per incoraggiarli a fare meglio la prossima volta.

 

Matteo 17:21 Ora questa specie di demoni non esce se non mediante la preghiera e il digiuno».

Il digiuno non ha alcun riferimento all’astinenza dal cibo, ma all’astinenza dal mondo. Praticamente una completa concentrazione nella preghiera, che è comunione e comunicazione con Dio, senza alcuna distrazione.

 

Matteo 17:22 Ora, mentre essi s'intrattenevano nella Galilea, Gesù disse loro: «Il Figlio dell'uomo sta per essere dato nelle mani degli uomini,

Matteo 17:23 ed essi l'uccideranno; ma il terzo giorno egli risusciterà». Ed essi ne furono grandemente contristati.

Gesù comincia a preparare i suoi apostoli  confortandoli e servendoli perché sappiano poi proseguire anche senza la sua presenza fisica.

 

Matteo 18:1 In quell'ora i discepoli si accostarono a Gesù e gli chiesero: «Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?».

Da dove scaturisce questa domanda? Lo possiamo vedere in Marco.

 

Marco 9:33 Giunsero poi a Capernaum, e quando fu in casa, domandò loro: «Di che discutevate fra di voi per la strada?».

Marco 9:34 Ed essi tacquero, perché per via avevano discusso intorno a chi fra di loro fosse il più grande.

Marco 9:35 Allora, postosi a sedere, egli chiamò i dodici, e disse loro: «Se alcuno vuol essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti».

Gli apostoli ragionavano sulla loro gerarchia. Questo non è il modo corretto, insegnò Gesù Cristo, perché avrà grande onore chi farà grande servizio. L’esempio col bambino è significativo della purezza e umiltà di cuore.

 

Matteo 18:11 Poiché il Figlio dell'uomo è venuto per salvare ciò che era perduto.

Matteo 18:12 Che ve ne pare? Se un uomo ha cento pecore ed una di esse si smarrisce non lascerà egli le novantanove sui monti per andare in cerca di quella smarrita?

Matteo 18:13 E se gli capita di ritrovarla, io vi dico in verità che si rallegrerà più di questa che delle novantanove che non si erano smarrite.

Matteo 18:14 Così è la volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neppure uno di questi piccoli perisca».

Servire vuol dire prendersi cura di tutta la gregge, senza abbandonarne una sola parte, e rallegrandosi quando si riesce a recuperarne una.

 

Matteo 18:21

Allora Pietro, accostatosi, gli disse: «Signore, se il mio fratello pecca contro di me, quante volte gli dovrò perdonare? Fino a sette volte?».

Matteo 18:22 Gesù gli disse: «Io non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.

Non ci si dovrà mai spazientirsi nel perdonare un fratello. Dio perdona ogni singolo minuto ai propri figli, che sono tutti nostri fratelli.

 

Luca 9:57 Or avvenne che, mentre camminavano per la via, qualcuno gli disse: «Signore, io ti seguirò dovunque andrai».

Luca 9:58 Ma Gesù gli disse: «Le volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo dei nidi; ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo».

Luca 9:59 Poi disse ad un altro: «Seguimi!». Ma quello rispose: «Signore, permettimi prima di andare a seppellire mio padre».

Luca 9:60 Gesù gli disse: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti, ma tu va' ad annunziare il regno di Dio».

Luca 9:61 Ancora un altro gli disse: «Signore io ti seguirò, ma permettimi prima di congedarmi da quelli di casa mia».

Luca 9:62 Gesù gli disse: «Nessuno che ha messo la mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».

Gesù fece capire che non aveva casa,cioè non aveva famiglia ovvero una sposa, ma era completamente dedicato al suo ministero, a fare la volontà di Dio.

Il fatto di andare a seppellire i propri congiunti morti era, in realtà, solo una scusa. Gesù gli risponde per far capire che aveva inteso la scusa e quindi il significato della risposta è “lascia che la città, o gli altri parenti, seppelliscano i propri morti”; non cercare scuse se si vuole veramente fare la Parola. Lo stesso concetto è relativo alle scuse di andare a porgere gli ultimi saluti. Un contadino, come ben noto a quella gente di quel tempo, quando prende in mano un aratro è ben concentrato sul lavoro e non perde tempo a guardarsi attorno. Chi dichiara di volersi dedicare alla Parola lo faccia con impegno. Ognuno è chiamato a fare la propria parte e ognuno risponde al meglio senza scuse. Questo è camminare sulle orme di Gesù Cristo, con credenza, servizio e dedizione, che sono qualità che possono essere ben sviluppate man mano che si continua con fermezza a camminare.

 

 

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