NEL
MONDO, MA NONDEL
MONDO |
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Tratto dalla rivista The Way Magazine di Maggio-Giugno 2013 articolo scritto da Santina Ham |
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La volontà di Dio è che noi siamo nel mondo, ma
non del mondo. Scegliere la via
della Parola al di sopra della via del mondo è stata la responsabilità
dell’uomo sin dall’inizio dei tempi; ed è nella Sua Parola che Dio chiarisce costantemente come vivere
nella via della Parola.
Sebbene ci siano grandi esempi di individui nella Parola di Dio che
hanno scelto di vivere nella via della Parola, piuttosto che secondo i
criteri del mondo, noi ci concentreremo sull’esempio di Abigail in
1 Samuele 25 per definire
che cosa significa vivere nel mondo senza permettere che il mondo viva
in noi. A volte Abigail era
circondata dalle circostanze negative del mondo, ma lei non lasciò che
queste dirigessero la sua vita – lei scelse di vivere la via della
Parola. Abigail costruì la sua vita sulla Parola.
Lei permise alla Parola di Dio di avere preminenza sulla sua
mente, come evidenziato dalla scrittura che dichiara ch’era “una donna
di buon senso" (1 Samuele 25:3).
Lei era nel mondo, ma non era del mondo.
Similmente, è la Parola di Dio che vive nella nostra mente che ci
evita di essere del mondo.
I principi della mente rinnovata, operati in 1 Samuele 25 e
presentati in Romani 12, ci dimostreranno come tenere il mondo fuori
dalla nostra vita, mentre sviluppiamo una buona comprensione della
Parola e camminiamo potentemente come Abigail. Il contesto che porta al racconto di Abigail,
definisce il palcoscenico per capire le circostanze del suo primo
incontro con Davide, e le pressioni mondane che determinavano il suo
comportamento. Oltre al
dolore per la perdita del suo fedele consigliere Samuele, Davide era in
esilio con circa 600 uomini che lo avevano raggiunto nel deserto.
Si stavano nascondendo dal Re Saul che voleva uccidere Davide,
perché aveva paura che Davide lo avrebbe rimpiazzato come re d’Israele
(1 Samuele 18).
L’avversario usa le pressioni o il piacere per smuoverci dalla Parola
di Dio, e a quell’epoca c’era un’immensa pressione nella vita di Davide. Dopo che Samuele fu seppellito, Davide si levò e
scese nel deserto di Paran, dove lui e i suoi uomini provvedevano a
proteggere le pecore e i servi che appartenevano ad un uomo di nome
Nabal. Sotto la loro
protezione, nessuna pecora fu persa.
Durante la festa della tosatura che seguì, era usanza fare un
invito aperto ai vicini, ai viaggianti e a quelli di passaggio.
Inoltre, sarebbe stato certamente appropriato per Nabal di
ricevere Davide e i suoi uomini con grande ospitalità, per la qualità
della protezione che avevano fornito. Ecco perché Davide mandò dieci messaggeri da
Nabal con saluti di pace; aspettandosi che in un giorno festivo di gioia
venissero riconosciuti per quello che avevano fatto.
Perché non solo era l’usanza, ma anche perché se lo meritavano e
avrebbero beneficiato grandemente dalle benedizioni che quest’uomo ricco
poteva fornirgli. I versi
seguenti contengono la risposta di Nabal.
1 Samuele 25:10 e 11:
Ma Nabal rispose ai servi di Davide dicendo:
“Chi è Davide e chi
è il figlio di Isai?
Oggi sono molti i servi che si allontanano dai
loro padroni.
Prenderò dunque il mio pane, la mia acqua e la carne degli
animali
da me uccisi per i miei tosatori, per darli a gente che non so da
dove venga?”
Invece che ricompensare Davide per ciò ch’era
giusto per il servizio che lui e i suoi uomini avevano reso, Nabal
verbalmente insultò Davide e i suoi messaggeri, accusandolo di essere un
servo in fuga. Davide
doveva decidere: o reagire
alle circostanze o camminare deliberatamente sulla via della Parola.
Vedremo più in là che c’è voluto più di un pensiero e di
un’azione per portare Davide al punto in cui la Parola avesse preminenza
sulla sua mente.
Questo contrasto tra la Parola e il mondo, e tra il bene e il male, è
presente in tutto il racconto di 1 Samuele 25 ed è enfatizzato anche
prima, in verso 3, dove Dio introduce l’uomo Nabal e sua moglie Abigail.
1 Samuele 25:3:
Quest’uomo si chiamava Nabal
e sua moglie Abigail; lei era
una donna di buon senso e di bell’aspetto, ma l’uomo
era duro
e malvagio nel suo operare, egli discendeva da Caleb.
La Parola documenta che Nabal “era duro e
malvagio nel suo operare”, mentre Abigail era una donna “di buon senso e
di bell’aspetto”. Secondo 1
Samuele 25:17, Nabal era “un uomo così malvagio, che non gli si può
neanche parlare”. Nella
Versione Inglese di Re Giacomo, si legge: “E’ un
tale figlio di Belial, che non gli si può neanche parlare”.
Infatti, “Belial” significa senza valore o inutile.
In diretto contrasto alla stoltezza e inutilità di Nabal, sta la
buona comprensione di Dio da parte di Abigail, ch’era di qualità
superiore e di grande valore.
Riflettete su Abigail:
data in sposa ad un uomo con cui lei non aveva niente in comune,
tanto meno con cui adorare Dio.
Possiamo tranquillamente dire ch’era sposata con un uomo malvagio
e mondano. E come se queste
pressioni non bastassero nel suo matrimonio, Davide stava arrivando
contro la sua casa come nemico.
1 Samuele 25:21 e 22:
Or Davide aveva detto: “Ho
certamente custodito invano tutto
ciò che costui aveva
nel deserto. Non gli è
mai mancato nulla
di tutto ciò che
possedeva, ma egli mi ha reso male per bene.
Così Dio faccia ai nemici di Davide e anche peggio, se di tutto
ciò che possiede io lascerò in vita un sol maschio fino al
mattino”.
Davide era arrivato al punto in cui era pronto a
distruggere tutti i maschi della casa di Nabal.
Era tentato di rompere la comunione con Dio; l’avversario stava
facendo pressioni su di lui inducendolo a farsi giustizia da solo per
vendicarsi. Davide era
sulla strada per spargere sangue innocente; era determinato a farsi
vendetta e a combattere la sua
battaglia.
Ma Abigail sapeva che quella non era la volontà di Dio – lei era una
donna di buon senso, e piuttosto che rinchiudersi nella paura e
permettere al peccato di Davide di modellare il suo comportamento,
continuò a pensare alla Parola di Dio.
1 Samuele 25:18-20,23:
Allora Abigail prese in fretta duecento pani, due otri di vino, cinque
pecore già cucinate,
cinque misure di grano arrostito, cento grappoli
di uva passa e duecento schiacciate di fichi e
li caricò sugli asini.
Poi disse ai suoi servi:
“Precedetemi, io vi seguirò”.
Ma non disse
nulla a Nabal suo
marito.
Ora mentre era sul dorso di un asino, scendeva per un sentiero
nascosto
dal monte, Davide e i suoi uomini scendevano verso di lei, ed
essa
s’imbattè con loro.
Quando Abigail vide Davide, scese in fretta dall’asino, e
gettandosi
con la faccia a terra davanti a Davide, si prostrò fino a terra.
Sebbene Davide e i suoi uomini fossero armati di
spada, Abigail era più potente.
Era ben equipaggiata con il buon senso e la conoscenza con cui
Dio supporta la Sua Parola e coloro che parlano per Lui.
1 Samuele 25:25-31:
Ti prego, signor mio [Davide] non far caso a quell’uomo spregevole,
a Nabal, perché egli è
esattamente come il suo nome; si chiama
Nabal e in lui c’è
stoltezza; ma io, la tua serva, non ho visto i giovani
mandati dal mio signore.
Or dunque, signor mio,
com’è vero che l’Eterno vive e che la tua anima
vive, l’Eterno ti ha impedito di spargere il sangue e di farti
giustizia
con le tue proprie mani. Or dunque i tuoi nemici e quelli che
vogliono
fare del male al mio signore siano come Nabal!
E ora questo dono che la tua serva ha portato al mio signore, sia
dato
ai giovani che seguono il mio signore.
Deh, perdona la colpa della tua serva; certamente l’Eterno
renderà
stabile la casa del mio signore, perché il mio signore combatte
le
battaglie dell’Eterno, e in tutto il tempo della tua vita non è
stato
trovato alcun male in
te.
Se sorgesse qualcuno a perseguitarti e a cercare la tua vita, la
vita
del mio signore sarà custodita nello scrigno della vita presso
l’Eterno,
il tuo Dio, mentre la vita dei tuoi nemici,
l’Eterno la scaglierà
come
dal cavo di una fionda.
Così quando l’Eterno avrà fatto al mio signore tutto il bene che
ha promesso a tuo riguardo e ti avrà costituito capo sopra
Israele,
questa cosa non sarà un dolore per te né un rimorso al cuore del
mio signore: l’avere
cioè sparso del sangue senza
motivo e
l’essersi fatto giustizia da sé.
Ma quando l’Eterno avrà fatto del bene al mio signore, ricordati
della tua serva”.
Abigail proferì a Davide grandi parole vincenti,
dirigendo i suoi pensieri lontano dal mondo e riportandoli alle verità
della Parola. Tre verità che
sicuramente hanno toccato il cuore di Davide e che lo hanno riportato
sulla via della Parola sono:
1) Davide combatteva le battaglie dell’Eterno e non le sue
proprie; 2) la sua vita era nello scrigno della vita di Dio, volendo
significare che avrebbe avuto perfetta sicurezza dai suoi nemici sotto
la protezione di Dio; 3) gli ricordò il suo precedente successo contro
Golia – “la vita dei tuoi nemici l’Eterno la scaglierà come dal cavo di
una fionda”.
Abigail disse le parole giuste a Davide.
Il modo di Dio di vincere il male con il bene.
E la risposta di Davide fu la seguente:
1 Samuele 25:32-35:
Allora Davide disse ad Abigail:
“Sia benedetto l’Eterno, il Dio d’Israele,
che oggi ti ha mandato incontro a me!
Benedetto il tuo consiglio e benedetto tu che oggi mi hai
impedito di
arrivare allo spargimento di sangue e di farmi giustizia con le
mie proprie
mani!
Poiché certo, com’è vero
che vive l’Eterno, il Dio d’Israele, che mi ha
impedito di farti del male, se non ti fossi affrettata di venirmi
incontro,
allo spuntar del giorno a Nabal non sarebbe rimasto un sol uomo”.
Così Davide ricevette dalle sue mani ciò che ella gli aveva
portato e le
disse: “Risali in
pace a casa tua; vedi, io ho dato ascolto alla tua voce
e ho avuto riguardo alla tua persona”.
Davide riconobbe che Dio aveva mandato Abigail e
che lei stava parlando per Suo conto.
Così Davide valutò la situazione dal punto di vista della Parola.
Il buon senso di Abigail recò liberazione non
solo a Davide, ma alla sua stessa casa.
Circa dieci giorni dopo questo incontro vantaggioso, Nabal morì.
1 Samuele 25:39:
Quando Davide seppe che Nabal era morto, disse:
“Sia benedetto l’Eterno,
che mi ha reso giustizia dell’oltraggio che ho ricevuto da Nabal
e ha
trattenuto il suo servo dal male!
L’Eterno infatti ha fatto ricadere sul suo
capo la malvagità di Nabal”.
Poi Davide mandò un’ambasciata a parlare
ad Abigail per prenderla in moglie.
Alla notizia della morte di Nabal, Davide rispose mandando un’ambasciata
a parlare ad Abigail per prenderla in moglie.
Fino a quel momento, Abigail non aveva vissuto
una situazione piacevole, eppure aveva ritenuto la Parola nel suo cuore.
Culturalmente, era in una brutta situazione dalla quale non
poteva uscirne, ma aveva continuato a fare la volontà di Dio.
Adesso, prima di diventare la moglie di Davide, la Parola documenta
un’altra azione di Abigail che dimostra il suo cuore di servizio e
umiltà.
1 Samuele 25:40 e 41:
I servi di Davide vennero da Abigail a Karmel e le parlarono così,
dicendo: “Davide ci
ha mandati da te, perché vuole prenderti in
moglie”.
Allora ella si levò, si prostrò con la faccia a terra e disse:
“Ecco,
possa la tua serva
fare da schiava per lavare i
piedi ai servi del mio
signore”.
In oriente, l’usanza era, che la più umile delle
schiave, lavasse i piedi della famiglia o degli ospiti.
Solo quando c’era un ospite importante, era il capo famiglia che
gli lavava i piedi, e questa azione era considerata un alto complimento.
Abigail stava trattando questi ospiti con il più alto rispetto e
“fare da schiava per lavare i piedi ai servi del mio signore”.
Questo dimostra il suo cuore di servizio e la sua umiltà, nello
svolgere anche il più umile compito per onorare altri.
Gesù Cristo, che amava la Parola di Dio, aveva
studiato la vita di Abigail; aveva imparato la sua disponibilità di
servire altri. Una simile
dimostrazione di amore verso il popolo di Dio lo troviamo in Giovanni
13, dove Gesù Cristo lavò i piedi dei discepoli.
Egli insegnò loro, attraverso il suo esempio, che il nostro vero
servizio è di camminare sulla via della Parola e aiutare altri a fare lo
stesso.
Questa verità è esposta in Romani 12.
Romani 12:1 e 2:
Vi esorto dunque, fratelli, per le compassioni di Dio, a presentare
i vostri corpi, il che è il vostro ragionevole servizio,
quale sacrificio
vivente, santo e accettevole a Dio.
E non vi conformate a questo mondo, ma siate trasformati mediante
il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per
esperienza
qual sia la buona, accettevole e perfetta volontà di Dio.
In Romani 12:2, Dio ci consiglia di non
conformare o modellare la nostra vita secondo i criteri del mondo, ma di
rinnovare la nostra mente.
Nel libro scritto dal Dottor Victor Paul Wierwille, “Lo Stile di Vita di
un Credente”, dice:
“L’educazione e la disciplina della mente, secondo l’esattezza della
Parola di Dio, è l’educazione più alta di tutto il potere
intellettuale”. La mente
rinnovata è la mente più potente, ed è di vitale importanza per
camminare sulla via della Parola.
Inoltre ha dichiarato:
“Vivendo in questo mondo, dobbiamo prenderlo per quello che è,
sforzandoci di agire il più virtualmente possibile, cercando di
scegliere sempre il meglio fra due o fra più alternative e rendere un mondo
migliore in cui vivere.” Se
vogliamo vivere sulla via della Parola, allora è imperativo che ci
dobbiamo
trasformare – cambiati in condizione, natura o carattere – dal modo del
mondo. Questo lo facciamo,
ritenendo la Parola nella nostra mente e vivendo secondo quella Parola,
che è una verità saliente designata specificatamente alle circostanze
della vita. Questa Parola
nel nostro cuore è ciò che ci rende potenti e ci equipaggia per servire.
Ora osserviamo Romani 12:9-21 per vedere cosa dicono questi versi su
come vivere al di sopra delle negatività del mondo.
Romani 12:9:
L’amore sia senza ipocrisia;
detestate il male e attenetevi
fermamente al bene.
Il nostro amore deve essere senza ipocrisia.
Noi detestiamo il male e
ci liberiamo da qualsiasi cosa contraria alla verità di Dio.
Come Abigail, scegliamo di attenerci alle cose che sono
moralmente buone, come definito dalla Parola di Dio.
Verso 10:
Nell’amore fraterno, amatevi teneramente gli uni gli altri; nell’onore,
usate riguardo gli uni verso gli altri.
Nella Casa dei Fedeli ci trattiamo gli uni gli
altri con affetto. Quando
Abigail incontrò Davide, lei si prostrò con la faccia a terra,
trattandolo con l’onore dovuto ad un re.
Verso 11:
Non siate pigri nello zelo;
siate ferventi nello spirito,
servite il Signore.
Noi ci sforziamo con tutto il cuore per vivere
per Dio. La cura, il
pensiero e l’azione giusta di Abigail trasmettono il cuore di essere
spiritualmente ferventi.
Verso 12:
Allegri nella speranza, costanti (pazienti) nell’afflizione,
perseveranti
nella preghiera.
Piuttosto che essere sconfitti da ciò che
vediamo, noi preghiamo. Non
scappiamo via, non molliamo, ma siamo pazienti, sapendo che Dio ci
libererà. Inizialmente
Abigail fu data in matrimonio a Nabal, ma Dio l’ha liberata.
Lei divenne la moglie di Davide, un uomo secondo il cuore di Dio.
Verso 13:
Provvedete ai bisogni dei santi, esercitate l’ospitalità
Noi siamo suscettibili ai bisogni degli altri e
li aiutiamo dirigendoli verso Dio.
L’ospitalità di Abigail e le verità dette da lei supplirono ai
bisogni fisici e spirituali di Davide e dei suoi uomini.
Versi 14 e 15:
Benedite quelli che vi perseguitano; benedite e non maledite.
Rallegratevi con quelli che sono allegri, piangete con quelli che
piangono.
In momenti difficili, ci benediciamo gli uni gli
altri, con la preghiera e l’incoraggiamento, finchè arriva la
liberazione desiderata, parlando verità divine. Abigail impedì che Davide si facesse vendetta, spargendo sangue
innocente. Lei lo diresse
sulla via della Parola.
Versi 16-18:
Abbiate gli stessi pensieri gli uni verso gli altri; non aspirate alle
cose alte, ma attenetevi alle umili; non siate savi da voi
stessi.
Non rendete ad alcune male per male; cercate di fare il bene
davanti
a tutti gli uomini.
Se è possibile e per quanto
dipende da voi, vivete in
pace con tutti
gli uomini.
Qualsiasi sia la situazione, noi facciamo lo
sforzo di assicurare che sia mantenuta la pace.
Sia con Nabal, i servi di casa sua, con Davide, e i servi di
Davide, Abigail si comportava onestamente davanti a Dio e davanti a
tutti loro. Dio operava in
lei, e lei umilmente portò la pace in una situazione difficile.
Versi 19-21:
Non fate le vostre vendette, cari miei, ma lasciate posto all’ira
di Dio, perché sta scritto:
“A me la vendetta, io renderò la retribuzione,
dice il Signore”.
Se dunque il tuo nemico ha fame dagli da mangiare, se ha sete
dagli
da bere, perché facendo questo, radunerai dei carboni accesi sul
tuo capo”.
Non essere vinto dal male, ma vinci il male con il bene.
Noi “vinciamo il male con il bene”.
Questo è lo stupendo finale di Romani 12, che tratta con il
vivere la mente rinnovata nella Casa dei Fedeli.
Questo è il modo in cui noi viviamo al di sopra delle negatività
di questo mondo; questo è il modo in cui noi camminiamo nel mondo e lo
rendiamo un posto migliore.
Come Abigail, noi non siamo sopraffatti dal male, ma vinciamo il male
con il bene.
Fino al giorno in cui io fui introdotto a Dio, la mia vita era molto
“del mondo”, ed io giornalmente sperimentavo la sua natura distruttiva e
offensiva.
Efesini 2:12:
Eravate in quel tempo senza Cristo, estranei dalla cittadinanza
d’Israele e estranei ai patti della promessa, non avendo speranza
ed
essendo senza Dio nel
mondo.
E’ stata la Parola vivente nella vita dei
credenti e la loro buona comprensione della Parola di Dio, e la loro
volontà di servirla nello stile di Romani 12, che ha liberato la mia
vita dal male. I discepoli
della Via rimarranno sempre nel mio cuore come gli “Abigail” che mi
hanno mostrato come vincere il male con il bene.
Loro sono stati esempi viventi di Romani 12; persone che mi hanno
amato senza ipocrisia e hanno avuto riguardo di me affettuosamente, per
il semplice fatto che io sono prezioso per Dio.
Questi credenti mi hanno benedetto, e non hanno
mai risposto al mio atteggiamento mondano con durezza; anzi sono stati
pazienti e hanno pregato per me.
Spiritualmente ferventi, hanno servito Dio portandomi alle
comunioni e mi hanno aiutato ad iscrivermi al Corso Fondamentale.
Mi hanno sostenuto affinchè anch’io potessi rimanere ritto in
piedi. Sebbene io fossi da
tempo nemico di Dio, mi hanno cibato e mi hanno lavato con la Parola.
Mi hanno permesso di vedere le cose dal punto di vista della
Parola; e che lo scopo della mia vita è di provare qual è la buona e
accettevole e perfetta volontà di Dio.
Non ci vogliono circostanze perfette per vivere
la Parola di Dio. Vivere la
verità della Parola di Dio è ciò che ci rende vittoriosi in qualsiasi
circostanza. Noi non
reagiamo secondo il modo di fare del mondo, anzi confrontiamo ogni
situazione con il vigore della mente rinnovata – sia che ci sia un esercito
di uomini con spade o altre circostanze mondane.
Abigail viveva nel mondo; era sposata con un uomo malvagio del
mondo; ma si rifiutò di permettere all’ambiente di allontanarla da Dio;
anche voi ed io viviamo nel mondo, e come Abigail, manteniamo la
nostra mente e il nostro cuore fermi sulla Parola.
Lasciamo che la Parola di Dio penetri profondamente nel nostro
cuore e nella nostra mente e viviamola come ci istruisce Romani 12; e la
vita di Abigail ci dimostra che solo la Parola ci permette di vivere
potentemente in questo mondo senza che il mondo viva in noi. |
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