Settembre 2011
LA FORZA NELL'AVVERSIT
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L’avversità è qualcosa che a volte noi tutti ci troviamo di fronte. Si aggiunge pressione alle nostre vite, ma quella pressione non deve spezzarci. Prendiamo in considerazione il diamante. Questa pietra preziosa e brillante è formata da calore e pressione che la rendono la sostanza più dura o più forte presente in natura. Sotto pressione ognuno di noi può aumentare nella forza per splendere come un diamante. Come ci riusciamo?
L’esempio dei credenti della Chiesa del primo secolo detiene alcune chiavi. Erano forti nell’affrontare avversità estreme, superando molti ostacoli. Osservare il loro esempio può incoraggiarci nei momenti di pressione a essere forti e quindi anche a superarli.
Atti 5:40-42 è di grande rivelazione dell’attitudine degli apostoli del primo secolo contro l’avversità:
Ed essi [le autorità religiose giudaiche] gli [Gamaliele] diedero ascolto. E, chiamati gli apostoli, li batterono e comandarono loro di non parlare nel nome di Gesù; poi li lasciarono andare.
Così essi [gli apostoli] si allontanarono dal sinedrio, rallegrandosi di essere stati ritenuti degni di essere vituperati per il nome di Gesù.
E ogni giorno, nel tempio e per le case, non cessavano di insegnare e di annunziare la buona novella: che Gesù è il Cristo.
Gli apostoli si rallegravano! Sì, quando l’avversità colpiva, il terrore e la paura non erano le loro risposte. Invece si rallegravano nell’essere considerati degni. La ragione per la quale la gioia poteva essere la loro risposta era perché erano consapevoli di avere il potere di Dio per sostenerli quando parlavano francamente la Parola, quando lavoravano insieme ai compagni credenti, e quando si affidavano alla preghiera.
In Atti 4 possiamo notare quanto, il dichiarare francamente la Parola, aiutasse Pietro e Giovanni ad avere la forza nell’avversità. Qui incontrarono l’avversità dei capi religiosi giudei dopo aver guarito uno zoppo e aver condiviso la verità con quelli che videro questo evento straordinario.
Atti 4:1-3:
Ora, mentre essi [Pietro e Giovanni] parlavano al popolo, i sacerdoti, il comandante del tempio e i sadducei piombarono su di loro,indignati perché ammaestravano il popolo e annunziavano in Gesù la risurrezione dai morti.
E misero loro le mani addosso e li gettarono in prigione fino al giorno seguente, perché era già sera.
Sebbene Pietro e Giovanni potessero essere stati intimati con l’essere posti in prigione per una notte, il giorno successivo, quando furono interrogati in merito alla guarigione, risposero francamente con la Parola, ed ottennero un risultato strepitoso.
Acts 4:13,14:
Or essi, vista la franchezza di Pietro e di Giovanni e avendo capito che erano uomini illetterati e senza istruzione, si meravigliavano e riconoscevano che erano stati con Gesù.Vedendo poi in piedi accanto a loro l'uomo che era stato guarito, non potevano dire nulla contro.
La Parola che hanno vissuto e dichiarato ha prodotto un tale impatto che anche i loro nemici rimasero attoniti. Di conseguenza Pietro e Giovanni furono rilasciati.
Le nostre avversità potrebbero non venire nello stesso modo in cui furono affrontate dagli apostoli. Le nostre potrebbero forse essere un problema di salute oppure un problema di posto di lavoro. Qualunque sia la situazione, reclamare e dichiarare la potente Parola di Dio appropriata ai nostri bisogni, ci aiuterà a essere forti e a portare i risultati divini.
In Atti 9, Paolo, il cui nome ebraico era Saulo, era forte nelle avversità e le superava nell’operare insieme ai compagni credenti. Mentre stava Damasco, la sua vita fu minacciata dai giudei del luogo.
Acts 9:22,23:
Ma Saulo [manca la traduzione di questa parte del verso greco: μᾶλλον ἐνεδυναμοῦτο καὶ, che significa: si fortificava di più e] confondeva i Giudei che abitavano a Damasco, dimostrando che Gesù è il Cristo.Molti giorni dopo, i Giudei si consultarono assieme per ucciderlo.
Paolo si accorse di quella minaccia alla sua vita ed apprese i fatti di quel problema.
Acts 9:24:
Ma il loro complotto venne a conoscenza di Saulo. Or essi facevano la guardia alle porte, giorno e notte, per poterlo uccidere.In quella situazione Paolo saggiamente evitò l’avversario. Comunicò con i credenti ed insieme lavorarono per elaborare un piano per aggirare quella minaccia.
Acts 9:25:
Allora i discepoli lo presero di notte e lo calarono giù dalle mura dentro una cesta.Paolo fuggì con successo. Quando viene l’avversità, l’operare insieme ai compagni credenti, per determinare il problema, i fatti, e una soluzione, può darci la forza per trionfare con successo.
L’avversità non era soltanto un esito della coraggiosa fermezza per Dio dei credenti del primo secolo, ma è stata anche in situazioni personali, proprio come potrebbe accadere talvolta a noi. Possiamo osservare questa situazione nella risoluzione di una credente, Gazzella, chiamata anche Tabitha. Atti 9 mostra che la preghiera è stata vitale per la gestione di questa avversità.
Acts 9:37:
Or avvenne in quei giorni che ella [Gazzella] si ammalò e morì. Dopo averla lavata, fu posta in una stanza al piano superiore.In quella situazione straziante, i credenti chiesero aiuto per mandargli Pietro.
Acts 9:39,40:
Pietro dunque si alzò e partì con loro. Appena giunse, lo condussero nella stanza di sopra; tutte le vedove si presentarono a lui piangendo e gli mostrarono tutte le tuniche e le vesti che Gazzella faceva, mentre era con loro.Pietro allora, fatti uscire tutti, si pose in ginocchio e pregò. Poi, rivoltosi al corpo, disse: «Tabitha, alzati!». Ed ella aprì gli occhi e, visto Pietro, si mise a sedere.
Pietro pregò. Come risultato fu in grado di portare grande liberazione fisica ripristinando la sua vita. La preghiera può essere una chiave vitale per la forza anche nei nostri momenti di grande difficoltà, perché Dio ascolta e risponde.
Quando arrivava l’avversità, i credenti del primo secolo non erano terrorizzati o impauriti, ma piuttosto si rallegravano nell’avversità perché si affidavano al potere di Dio per vederne la soluzione. Dichiarare la Parola francamente e con coraggio, lavorare insieme ai compagni credenti, e pregare, erano le chiavi vitali nelle loro vite per gestire l’avversità, e Dio era in grado di aiutarli a superare situazioni estreme. Quanto ci possono essere incoraggianti i loro esempi, quando gestiamo i nostri momenti di avversità e di pressione. Ognuno di noi può essere forte come un diamante e splendere brillantemente in qualsiasi situazione, sapendo che con Dio possiamo farcela!