Rispondere con l’amore e la bontà
di Dio. |
Febbraio 2015
Talvolta nella vita, nonostante i nostri migliori sforzi per manifestare
l’amore di Dio nelle nostre case, nei luoghi di lavoro e nelle nostre
comunità, incontriamo delle persone che si mostrano scortesi o persino
ostili. Si potrebbe essere tentati di rispondere con la stessa scortesia
o con lo stesso comportamento. Come vuole Dio, però, che noi
rispondiamo? Egli ci vuole forti nella Sua Parola, amando gli altri come
Egli ha amato noi.
1 Pietro 3:8,9:
non rendendo male per male od oltraggio [ingiuria, offesa] per oltraggio
...
Romani 12:21:
Vincere vuol dire anche “conquistare”. Non dovremmo tentare di vincere
le tenebre in una stanza introducendo più tenebre, perché sappiamo che
le tenebre si dissolvono introducendo la luce. Perché, allora, tentiamo
di vincere o conquistare il male, qualunque cosa contraria alla Parola
di Dio, con ulteriore male? Abbiamo, invece, bisogno di introdurre il
bene. Un modo di conquistare il male è di estendere l’amore e la bontà
di Dio verso gli altri.
Romani 2:4 ci mostra l’effetto della bontà di Dio sulla vita degli
altri.
Romani 2:4:
Bontà significa “gentilezza” e “fattivo beneficio a dispetto
dell’ingratitudine”. La
bontà o la benignità di Dio spinge un uomo o una donna al ravvedimento.
“Ravvedersi” indica un cambiamento genuino di cuore e di vita, dal
peggio al meglio. Dio, fuori dalle ricchezze della Sua benignità, della
Sua pazienza e longanimità, ha esteso la Sua bontà a noi, dandoci
l’opportunità di cambiare. L’ha fatto non perché lo meritassimo, ma
perché ne avevamo bisogno.
Quando ci imbattiamo nelle persone il cui comportamento verso di noi è
contrario alla Parola di Dio, possiamo riconoscere che dietro quel
comportamento c’è di solito una persona nel bisogno. Piuttosto che
rendere male per male oppure oltraggio per oltraggio, possiamo mostrare
loro la bontà di Dio, dandogli un’opportunità di cambiare vita, dal
peggio al meglio.
Gesù Cristo, che ha sempre fatto la volontà del Padre suo, ci dona un
potente esempio da seguire.
1 Pietro 2:21-23:
«Egli non commise alcun peccato e non fu trovato alcun inganno
nella sua bocca».
Oltraggiato, non rispondeva con oltraggi; soffrendo, non minacciava, ma
si rimetteva nelle mani di colui che giudica giustamente.
A volte durante il suo ministero pubblico, Gesù Cristo era apostrofato,
accusato e insultato personalmente, tuttavia “non commise alcun
peccato”. In tutto il suo percorso fino all’arresto, al “processo” e
alla crocifissione, invece di restituire male per male, continuò a
estendere l’amore e la bontà di Dio verso gli altri. Come risultato, uno
dei malfattori crocifissi con lui cambiò cuore e credette in Gesù, il
quale allora gli promise un paradiso futuro, un cambiamento definitivo
dal peggio al meglio (vedere Luca 23:39-43). Che esempio genuino fu Gesù
nel vincere il male con il bene!
Rispondere con l’amore e la bontà di Dio, essendo attivamente benefico a
discapito dell’ingratitudine, porta molti benefici:
1 Tessalonicesi 5:15:
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